Agricoltura
Laverda, storia e curiosità del marchio Italiano di trebbie
Dagli orologi alle trebbie. Laverda, storia e curiosità del marchio italiano di trebbie. Scopri l'evoluzione e la storia di Laverda
Dagli orologi alle trebbie
Laverda storia e curiosità.
La storia del marchio ebbe inizio nel 1884, quando un giovane Pietro Laverda, finiti gli studi, da Padova decise di tornare a San Giorgio di Perlena nell’alto vicentino, dove aprì una bottega nella quale produceva orologi per campanili, ma non solo.
Quella piccola attività gli permise anche di dedicarsi alla progettazione e costruzione delle prime attrezzature agricole a suo nome, macchinari per la vinificazione e per la viticoltura.
Di lì a poco la bottega viene trasferita da San Giorgio a Prealze, un paese vicino dove ancora oggi si trova uno stabilimento della Laverda.
Fu in quel momento che Pietro venne in contatto con i Monsignori Scotton, tre fratelli cardinali amici di Papa Pio X e redattori della rivista cattolica conservatrice “La riscossa”.
I tre decisero di affidare uno spazio al sig. Laverda e a suo figlio Francesco per l’attività di produzione. Fu proprio in quel luogo che diedero vita nel 1892 ad una locomobile a vapore in grado di mantenere operanti tutti i macchinari della fabbrica, macchinari con i quali Pietro alla fine dell’800 fu in grado di costruire cannoni grandinifughi che furono il primo grande successo della ditta.
Nel processo di vendita Laverda strinse un accordo con Federconsorzi, un’associazione usata come strumento di acquisti collettivi che dava garanzia di qualità di fertilizzanti e macchinari agricoli. La Federconsorzi rimase da quel momento il distributore unico dei macchinari Laverda.
La svolta
Dopo l’entrata in azienda dei figli di Pietro: Francesco, Antonio e Giovanni, la famiglia decise di acquistare un nuovo stabilimento nei pressi del centro di Prealze, che rimarrà la sede della ditta per oltre 70 anni. Poco dopo il trasferimento la famiglia abbandonerà la produzione degli orologi per dedicarsi interamente ai macchinari agricoli.
Quando l’Italia, nel 1915 entrò in guerra, la fabbrica dei Laverda si trovava esattamente sulla terza linea di difesa dell’impero austro ungarico e il sig. Laverda fu costretto a sospendere le vendite dei suoi macchinari e a riconvertire la fabbrica per la produzione di materiale bellico per l’esercito italiano.
Successivamente nel 1930 l’azienda venne assegnata al figlio Giovanni e ai nipoti Pietro e Giovanni Battista che porteranno una ventata di innovazione al marchio con nuovi macchinari.
Tra le novità troviamo la prima falciatrice italiana a traino animale, la prima mieti legatrice Laverda, la prima moto falciatrice e la prima trebbia semovente. Da lì agli anni a seguire i nuovi prodotti della casa ebbero grande successo. Per far fronte alla grande richiesta di queste macchine nel 1960 venne fatto costruire un nuovo ampio stabilimento davanti alla sede storica della ditta.
Giovanni non fu l’unico della famiglia a mantenere alto il nome Laverda. il secondo figlio Francesco, su sua iniziativa, fonda nel 1949 la Moto Laverda Sas, un’azienda produttrice di moto che nel 1966 acquisisce la Caproni di Trento, uno stabilimento aeronautico in cui comincia la produzione di roulotte con la Laverda Spa di Trento.
I macchinari che hanno fatto la storia
Tornando però ai macchinari che hanno segnato la storia del nome Laverda.
Bisogna annoverare assolutamente l’AFC 110, la macchina con la quale l’azienda di Breganze si è lanciata nella produzione di grandi macchine foraggere e la Laverda M100 che fu la prima serie autolivellante della casa. Quest’ultima, ideata per le zone collinari italiane, poteva affrontare salite del 30%, discese del 10% e pendenze laterali fino al 40%. Come dicevano gli spot degli anni settanta, in grado di lavorare su forti pendii in automatico. L’operatore doveva solamente manovrare la leva dell’avanzamento, da qui il nome ‘’Autolivellante’’.
Nel 1973 la Laverda vendeva la metà dell’intera produzione all’estero e con la restante metà riusciva simultaneamente a coprire il 60% del mercato italiano delle trebbiatrici. Il successo di questa fabbrica vicentina venne fiutato dalla Fiat. Nel 1977 ne acquisì un quarto del pacchetto azionario, fino alla completa acquisizione nel 1981 con cui la Laverda entra ufficialmente a far parte di Fiat Trattori Spa.
L’evoluzione societaria
La Laverda viene poi incorporata di conseguenza nella holding Fiat Geotech e successivamente entra a far parte della multinazionale New Holland che decide di cedere lo stabilimento alla società Argo nel 2000, posseduta dalla famiglia Morra.
Quest’ultima ne manterrà il possesso fino al 2011, quando, dopo un primo accordo per l’acquisto della metà delle azioni di Laverda Spa, il gruppo deciderà di cedere l’intera proprietà a AGCO, un’azienda statunitense leader nei mercati globali. Oggi lo stabilimento di Breganze è il punto di riferimento per la produzione di trebbiatrici del gruppo AGCO in Europa.
Proseguendo negli anni possiamo trovare nuovi modelli cardine per la storia dell’azienda, prima di tutti abbiamo la serie M, serie composta da una vasta gamma di modelli di grandezze diverse tra i quali si annoverano la 3200AL e la 3550AL. Tali macchinari venivano prodotti in collaborazione con Fiatagri e avevano la caratteristica di essere tra i primi ad essere progettati per mezzo del software CAD.
Inoltre, erano macchine innovative per due motivi fondamentali prima di tutto la possibilità di avere la cabina climatizzata. In secondo luogo per il sistema di livellamento, composto da due pendoli i quali anche in pendenza si mantenevano dritti e attivavano vari piccoli interruttori in grado poi di controllare automaticamente i pistoni idraulici. Le due innovazioni fecero scalpore e colpirono gli acquirenti tanto da arrivare ad una vendita di 5000 unità.
Infine, nella ricostruzione della storia dell’azienda Laverda non possiamo non ricordare gli anni 2000 in cui troviamo il modello m306, seguito dalla serie REV i quali si collocano ai primi posti di una lunga serie di nuove macchine realizzate con il gruppo ARGO.
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