Auto classiche, storia e curiosità
LANCIA DELTA S4, 037.
CURIOSITÀ E STORIA DELLA DELTA PIÙ POTENTE DI SEMPRE
1983, Lancia e Abarth decidono di creare un’auto da rally che non fosse come nessun’altra mai creata prima. Nasce così la Delta s4, che possiamo forse definire la più grande interprete delle folli regole del rally del Gruppo B dell’epoca; un mostro a quattro ruote motrici, da 450 cavalli twin charge.
Diventerà una leggenda e porterà allo sviluppo della Delta Integrale, l’auto da rally di maggior successo di tutti i tempi.
Un po’ di storia
Prima degli anni ’80 le auto da rally erano limitate a due ruote motrici e i produttori come Lancia Ford e Fiat erano i leader indiscussi di questo sport.
Tutto cambia quando Audi si presenta nel 1980 al rally NRL con la sua “Quattro” a quattro ruote motrici, una vera “game changer” per l’epoca.
Il sistema di trazione integrale della Quattro, infatti, permetteva alla casa degli anelli di avere un vantaggio unico rispetto alla concorrenza. Audi ottenne così la sua prima vittoria al Rally di Svezia nel 1981.
L’anno successivo, per assecondare le richieste di alcuni team e rendere le gare più interessanti per il pubblico, la FIA introduce una nuova serie di regolamenti noti come “Gruppo B”; questi nuovi regolamenti permisero di costruire auto da rally più potenti, sofisticate e di conseguenza più veloci.
Inizialmente, con l’introduzione dei regolamenti del Gruppo B, Audi era l’unica ad adottare la trazione integrale. Continuò ad essere l’unica AWD per tutto il campionato, mentre gli altri produttori come Opel, Lancia, Nissan e Toyota rimasero con un layout più tradizionale a due ruote motrici.
Nell’82’, Audi con la “Quattro”, vince il titolo costruttori.
Nel 1983, a seguito della vittoria di Audi, Lancia sviluppa la trazione posteriore, per essere più competitiva. Pronta a vincere il titolo, scatena la sua trazione posteriore “O37” per l’intera stagione 83’.
Con la O37 e la Quattro, il campionato 1983 fu una delle stagioni di rally più emozionanti e memorabili di tutti i tempi.
Entro la fine dell’anno Lancia riuscì a rivendicare il titolo costruttori mentre Audi vinse il titolo piloti.
Il progetto 037
Nonostante il risultato, però, Lancia aveva bisogno di sviluppare un’auto a quattro ruote motrici tutta sua.
L’azienda si rivolse così ad Abarth, all’epoca un’officina di corso Marche a Torino, nonostante non avessero mai avuto precedenti esperienze con i sistemi a trazione integrale.
Soprannominato il “progetto O37”, l’auto presentava una struttura a telaio spaziale completamente tubolare, con il motore montato al centro per migliorare la distribuzione del peso.
Con la competizione del Gruppo B aumentava immensamente la popolarità dei rally, quindi Lancia decise di costruire la nuova vettura partendo dalla Delta che aveva già in produzione.
La Delta era un’auto familiare con un motore a trazione anteriore e ad eccezione della griglia fontale e del parabrezza, non condivideva quasi nulla con la s4 da rally.
Per completare la vettura, crearono un nuovo motore che permise di risolvere uno dei principali problemi della tecnologia turbo, il turbo lag.
- Con il termine “turbo lag” si intende quando il motore impiega troppo tempo per creare una pressione di scarico sufficiente a far girare il turbo e pompare aria compressa nel motore. –
Per risolvere questo problema, sulla O37 Abarth aveva optato per montare un supercharger invece di un turbocompressore.
Il supercharger però presentava una serie di problemi; il principale è che assorbiva potenza dal motore, soprattutto a regimi più elevati.
l’intuizione dell’officina Abarth
L’intuizione geniale di Abarth è stata coniugare supercharger e turbocompressione in un unico sistema.
A bassi regimi del motore, la maggior parte della spinta viene creata dal supercharger. A metà regime sia il supercharger che il turbocompressore producono all’incirca la stessa quantità di spinta, e il regime del motore aumenta; il turbo prende il sopravvento e il supercharger viene bypassato.
Questo sistema a doppia compressione eliminò efficacemente il turbo lag, aumentando la potenza e fornendo una risposta dell’acceleratore molto migliore. Permise di avere prestazioni migliori nei percorsi con molte curve, dove la risposta attiva dell’acceleratore fa la differenza.
Una versione prototipo del motore è stata completata molto prima che il primo telaio mobile del delta s4 fosse completato.
Per testare il motore, Abarth creò una sorta di ibrido della O37 soprannominato “Mazinga” che potesse ospitare il propulsore.
Lancia sosteneva che il motore producesse 450 cavalli, tuttavia molti addetti ai lavori di rally ritenevano che in realtà fosse più vicino a 550 CV.
Come se non bastasse, si vociferava che Henri Toivonen stesse provando sul circuito delle Asturie del Portogallo una versione da 800 cavalli della s4; Un’auto, che differiva solo di pochi secondi dalle monoposto di Formula 1 dell’epoca.
Potente e leggerissima
Abarth non si concentrò solo sulle prestazioni del motore ma anche sulla creazione di un’auto il più leggera possibile.
Poiché la Delta s4 era collocata nella classe da 2000 a 2500 CC e poteva pesare solo 890 kg, gli ingegneri Abarth fecero di tutto per mantenere il peso della Delta il più possibile sotto questo limite.
Abarth e Lancia, furono tra le prime aziende a utilizzare programmi assistiti da computer per aiutare a calcolare e elaborare le simulazioni delle forze a cui erano sottoposte le parti meccaniche dell’auto.
Progettarono così i pannelli della carrozzeria in carbonio Kevlar e tubi di diametro inferiore che consentivano di risparmiare un’enorme quantità di peso.
Una volta terminati telaio e carrozzeria, Abarth iniziò a testare l’area sottostante il cofano ed il motore. Durante i test l’auto fu camuffata da veicolo militare per evitare di essere scoperta da spettatori e concorrenti.
Dopo una serie di revisioni Lancia era pronta per il rally, riuscì a far omologare la Delta s4 giusto in tempo per il rally RAC del 1985, l’ultimo evento della stagione.
Per omologare la Delta, Lancia dovette creare 200 versioni stradali della s4.
Nella stagione 1986 la Delta gareggiò con vetture del calibro di Audi Quattro, Ford rs200 e, naturalmente, Peugeot 205 t16. Il campionato piloti fu vinto da Timo Salonen a bordo della Peugeot 205 Turbo 16. La classifica costruttori venne sempre dominata dalla Peugeot Sport.
Lancia ebbe un buon inizio d’anno vincendo il Rally di Monte Carlo appena davanti alla Peugeot, arrivando poi seconda al rally di Svezia, dopo la Peugeot. Avrebbe dovuto partecipare al rally del Portogallo a seguire, ma dopo un terribile incidente che vide coinvolta una Ford rs200, Lancia decise di ritirarsi dall’evento.
Il terribile incidente di Toivonen
La Delta s4 è stata una formidabile avversaria ma non era priva di problemi. L’auto doveva spesso essere sottoposta a ricostruzioni complete dopo i rally e i conducenti si lamentavano del fatto che l’abitacolo si surriscaldasse in maniera eccessiva a causa del calore irradiato dal motore. Inoltre, in alcuni casi il pedale dell’acceleratore poteva addirittura incastrarsi sul pavimento in composito, rendendo impossibile la guida.
Lancia Delta fece rientro in gara per il “Tour de corse” di maggio con una serie di migliorie. Lancia e Abarth sottoposero infatti la s4 a un dimagrimento estremo togliendo più peso possibile per migliorare le prestazioni.
L’inizio del rally stava andando molto bene per Lancia, con Toivonen che dominava la gara con un buon distacco dal francese in seconda posizione. Le cose però diventarono presto tragiche quando, sulla discesa del Col d’Ominanda la vettura uscì di strada lungo una curva a sinistra apparentemente facile, confinante con un precipizio ripidissimo, con boschi e alberi, non protetto da gard rail. L’auto esplose in pochi secondi uccidendo entrambi gli occupanti, pilota e co-pilota, sul colpo.
Il fuoco dell’esplosione fu così intenso che la Delta s4 era irriconoscibile.
Come e perché la Delta s4 sia uscita di strada è ancora un mistero ma si sa che l’esplosione fu causata da uno o più rami degli alberi sottostanti, che perforarono il sottile serbatoio di alluminio del carburante.
Lancia, con l’obiettivo di ridurre peso e alleggerire la macchina, aveva rimosso le piastre paramotore lasciando il serbatoio del carburante più esposto agli elementi esterni.
Voci dell’epoca raccontano che prima dell’incidente Toivonen si era lamentato del fatto che la vettura fosse troppo veloce e potente per un rally come il “Tour de corse”. Toivonen disse: “oggi abbiamo percorso più dell’intera distanza del rally dei mille laghi, dopo quattro ore di guida è difficile tenere il passo con la velocità. Con una macchina moderna come questa è semplicemente impossibile correre qui, è fisicamente estenuante”.
L’incidente portò all’immediato blocco dello sviluppo delle auto da rally del Gruppo B e allo scioglimento della serie alla fine della stagione 1986.
Rally di San Remo e le presunte irregolarità di Peugeot
Il rally di San Remo di ottobre si sarebbe rivelato l’evento più controverso della stagione.
Gli organizzatori squalificarono l’intero team Peugeot per aver utilizzato minigonne laterali considerate non regolari, permettendo a Lancia di aggiudicarsi il posto sul podio.
Il rally RAC fu il successivo, Peugeot arrivò al primo e terzo posto mentre la s4 arrivò seconda.
Lancia reagì solo all’ultimo evento della stagione, il rally Olympus, vincendo il titolo piloti.
I festeggiamenti per Lancia sarebbero stati di breve durata. Peugeot presentò ricorso contro la decisione di essere esclusa dal rally di San Remo, e la FIA dichiarò le auto Peugeot regolari, riaccreditando tutti i punti tolti durante l’evento. Questa revisione di punteggi diede a Peugeot i punti necessari per vincere titolo costruttori e Juha Kankkunen conquistò il titolo piloti.
Fine amara del campionato ma nascita di un mito
Con la conclusione della stagione 1986 la carriera della Delta s4 si concluse. una piccola consolazione per la Lancia arrivò quando la s4 vinse sia il campionato europeo che quello italiano di rally.
Lancia perse nella stagione 1986 ma la s4 portò allo sviluppo di una macchina che entrò anch’essa nella storia, la delta integrale.
La delta integrale diventò l’auto da rally di maggior successo di sempre, consacrando Lancia come uno dei più grandi produttori di auto da rally di tutti i tempi.
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